Diego Zappa, Amministratore Opificio della Luce
L'Opificio della Luce è una realtà innovativa, che non solo unisce imprese di settore in una rete, ma crea anche un luogo di ricerca e innovazione. Nel vostro progetto Industria e Cultura riescono a trovare un punto di unione: qual è la chiave per mettere in comunicazione questi due settori apparentemente così lontani?
Opificio della luce è specializzato nel realizzare oggetti su misura per il cliente, potremmo definirli prodotti sartoriali. Per fare questo è assolutamente necessario stare in contatto con le ultime tecnologie e studiarne le applicazioni industriali. Un grosso vantaggio è costituito dalla rete stessa, raggruppando imprese e professionisti, specializzati in diversi settori, si uniscono le competenze proponendo soluzioni a 360°. Crediamo moltissimo nella divulgazione della conoscenza. Abbiamo sviluppato, nel tempo, collaborazioni con università e docenti restando così a stretto contatto con il mondo accademico. Attingiamo conoscenza e, nel nostro piccolo, cerchiamo di formare tramite collaborazioni in azienda e stage. Se si guarda da questa prospettiva azienda e cultura non sono molto distanti.
L'innovazione e i beni culturali sono al centro del vostro lavoro e sono anche i due elementi principali della fase 4.0 che la Cultura sta vivendo. Quali sono gli stimoli che stanno sorgendo in questo momento e dove si spingono le nuove frontiere della ricerca?
Stiamo attraversando una fase di grande vivacità del settore. Si sta rivoluzionando il modo di proporre il “bene culturale”. L’utente sarà sempre più coinvolto nel processo di “fruizione” del bene lasciandogli nello stesso tempo la libertà di seguire un percorso proprio e con i propri tempi. L’evoluzione della tecnologia sta fornendo una serie di strumenti sempre più interattivi e sempre più semplici da usare, permettendo a chiunque di ritagliarsi una esperienza coinvolgente e personale.Credo si possa dire addio ai musei statici e noiosi per chi non è esperto in materia.
Il vostro settore è molto specifico, eppure gli ambiti di applicazione sono innumerevoli, a cominciare dall'illuminazione delle opere d'arte, fino allo sviluppo di progetti di didattica interattiva. Eppure ancora oggi il problema del digital divide affligge molte realtà, anche nel nostro stesso Paese. Come si può superare questo gap e rendere maggiormente accessibile l'innovazione tecnologica?
Stiamo lavorando per rendere facilmente fruibile per tutti la tecnologia. Nelle nostre ultime realizzazioni strumenti ad alta tecnologia vengono proposti in contesti molto familiari. Per esempio, Interactivo rende più semplice la comprensione di un’opera d’arte utilizzando pannelli sensibili al tocco e luci. L’utente tocca il pannello e ottiene delle informazioni visive immediate. Stiamo utilizzando strumenti di video mapping collegati a sensori di movimento particolari per dare informazioni più dettagliate semplicemente avvicinandosi o muovendosi intorno all’opera. La tecnologia dietro a questi prodotti è molta ma per l’utente tutto si riduce a un tocco o ad un movimento. L’idea di base è concentrare l’utente sul bene culturale e non sulla tecnologia usata.