Marcello Carrozzino, Responsabile progetto eHeritage - Scuole Superiore di Studi Universitari Sant'Anna
Oggi si parla tanto di Cultura 4.0, ma quale fase stiamo realmente vivendo di questo processo? Come si pone eHeritage all’interno di questo contesto?
L’industria culturale è a tutti gli effetti parte del più grande mondo dell’industria in generale, ed a buon ragione si può ad essa estendere la categorizzazione “4.0” che ne caratterizza la quarta rivoluzione. Se però esaminiamo una delle possibili descrizioni di tale categoria, ovvero “internet delle cose, sistemi cyber-fisici, intelligenza decentrata, interazione tra mondo reale e mondo virtuale”, si può notare che l’industria culturale deve probabilmente ancora completare compiutamente la fase 3.0. Credo, infatti, che vi sia una grossa disomogeneità nel settore per cui, se alcune realtà sono già pronte per la nuova fase, altre devono invece ancora realizzare la transizione verso la fase precedente che, ricordo, prevede ad esempio “l’informatizzazione degli uffici”, qualcosa che oggi si dà abbastanza per scontato e che invece, nei fatti, non lo è del tutto. Detto questo, il progetto eHeritage ben si inserisce nella fase 4.0 dal momento che mira a creare una forte e sostenibile ricerca che incoraggi e promuova la cooperazione nel campo della realtà virtuale e delle sue applicazioni al settore del patrimonio culturale.
Come nasce il progetto eHeritage? Con quali obiettivi?
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma quadro H2020 ha una durata di 36 mesi e vede impegnati, oltre alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, lo Jožef Stefan Institute (Slovenia) e la University of Transilvania of Brasov (Romania). Scopo del gruppo di lavoro della Scuola Sant’Anna è di identificare e sviluppare soluzioni tecnologiche innovative per un'efficace comunicazione del patrimonio culturale, orientate sia ai luoghi culturali per eccellenza, quali i musei, che al pubblico in generale, attraverso l'uso del web e di app, con particolare riferimento a siti e beni culturali dei tre paesi coinvolti nel progetto.
Tecnologia come risorsa del Cultural Heritage: in che modo i nuovi strumenti, in particolare nell’ambito di questo progetto, contribuiscono alla tutela del patrimonio culturale?
Come detto gli obiettivi del progetto sono incentrati sulla comunicazione e sulla fruizione, ma eHeritage può avere ricadute anche sulla tutela del patrimonio culturale, dal momento che le nuove tecnologie virtuali possono innestare un circolo virtuoso nel quale specialisti del settore e grande pubblico cooperano al fine di aumentare la consapevolezza e la conoscenza di tale patrimonio a livello nazionale ed europeo. Recuperare il significato e l’importanza del patrimonio culturale, riportandolo ad essere realmente patrimonio di tutti, potrà favorire anche le iniziative di rilevanza fondamentale che mirano alla sua tutela e conservazione che, oggi, non sempre vengono ritenute prioritarie in un quadro economico difficoltoso come quello attuale.